foto: trekkyandy cc
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La curiosa storia di puzze e profumi al cinema dagli anni '60 ad oggi.
Immaginatevi seduti in una sala cinematografica degli anni ’80, a vedere uno dei soliti film-satira sulla società americana. Ecco che ad un tratto appare sullo schermo una pizza con accanto un numero. Uno spettatore dei nostri tempi potrebbe soltanto pregustarsi nella sua mente il sapore succulento di quella pizza appena sfornata. Invece, il pubblico del film “Polyester” di John Waters (1981), poteva fare molto di più. Quel numerino comparso all’improvviso sullo schermo indicava infatti il momento dello “scratch-and-sniff”.
A sentirlo nominare si penserebbe a chissà quale strano marchingegno, ma in realtà era un semplice cartoncino con 10 numeri; ad ogni numero corrispondeva un profumo diverso da odorare al momento prestabilito dal film stesso.
A sentirlo nominare si penserebbe a chissà quale strano marchingegno, ma in realtà era un semplice cartoncino con 10 numeri; ad ogni numero corrispondeva un profumo diverso da odorare al momento prestabilito dal film stesso.
Ecco l’invenzione creata negli anni ’60 da Mike Todd Jr, e riadattata da John Waters vent’anni dopo: l’ODORAMA o Smell-O-Vision.
Il primo prototipo era un dispositivo collegato direttamente alle poltrone della sala che a momento dovuto spruzzava queste essenze profumate, rendendo il film più realistico e appagante. Eppure questa invenzione non portò grandi risultati e il primo film in “odorama”, “Scent of Uistery” di M. Todd Jr, fu un vero e proprio insuccesso.
Due decenni dopo, il regista statunitense John Waters decise di dare forma e odore al suo film “Polyester”. Diversamente dal macchinario del suo predecessore (una sorta di caricatore rotante che a un segnale codificato sulla pellicola stessa, rilasciava l’odore), l’idea di Waters era più semplice e richiedeva l’intervento diretto del pubblico. Prima di entrare in sala, veniva consegnato un cartoncino con una serie di numeri, da 1 a 10, con la scritta: “Non grattare prima del dovuto segnale sullo schermo”.
Dal dolce profumo di rose al terribile odore di flatulenza, il pubblico aveva finalmente l’occasione d’interagire immediatamente e fisicamente con le immagini che vedeva. A volte anche a suo discapito. Come quella volta che Waters volle fare un “fetido scherzetto”: all’immagine di un bel mazzo di fiori freschi corrispose il fetore di scarpe vecchie che investì il pubblico intero.
Quale miglior modo per rendere viva la realtà ripresa da una telecamera, puzze comprese!
E se il grande schermo non vi basta, presto ci sarà la possibilità di vedere e “annusare” i film direttamente dal divano di casa vostra. L’Università di San Diego, California, insieme all’Istituto di Tecnologia Avanzata della Samsung (SAIT), stanno lavorando per la produzione di un apparecchio in grado di emanare più di 10.000 odori diversi, da applicare direttamente sul retro del televisore e di un tablet o cellulare in un prossimo futuro.
Se avete ancora dubbi al riguardo, andate a fiutare cosa c’è in giro di appetitoso per le vostre cellule visive e olfattive; sarà una scoperta “puzzesca”!