La misteriosa storia dietro la maschera di Alien
Se vi dicessero il nome di Bolaji Badejo, che cosa vi verrebbe in mente?
Proprio nulla? Eppure è l’uomo che è entrato nei peggior incubi di milioni di ragazzini; colui che ha dato forma “inumana” al primo alieno di ALIEN di Ridley Scott (1979).
Provate ad immaginarlo: un ventiseienne nigeriano, alto 2m20, vissuto in Etiopia, USA e San Francisco, che studia belle arti.
Adesso riuscite a intravederlo dietro quella maschera di Alien che tanto vi ha spaventati, pur avendolo visto decine di volte? Raramente ci soffermiamo a pensare ai veri volti di grandi personaggi cinematografici nascosti da maschere di ogni tipo. Costumi che hanno fatto la storia del cinema e che forse a volte diventano più importanti della persona che vi è dietro.
Proprio come è capitato al nostro giovane artista il cui rimpianto è stato quello di non avere avuto pubblicità da questo film.
Ma riprendiamo la storia dall’inizio. Nel lontano 1979, in un pub della vecchia Londra, Bolaji Badejo fu casualmente scovato dall’agente Peter Archer per conto della produzione del film. Quest’ultima infatti aveva indetto un casting per trovare un uomo altissimo e magrissimo. Sia l’agente che Ridley Scott non appena videro Bolaji, sappero che lui era il loro “alieno”!
L’unico in grado di creare un mostro le cui fattezze rendevano impossibile l’idea di un uomo dietro quella maschera.
Tutto ciò grazie anche agli abili e fantastici disegni del pittore e scultore svizzero Hans Ruedi Giger. Colui che creò il ben noto aspetto visibile di Alien.
Sono 250.000 i dollari spesi proprio per questo vestito. Una tuta nera di lattice aderente composta di una quindicina di pezzi e la cui maschera facciale poteva essere indossata per non più di 20 minuti, a causa di una forte sudorazione.
Questo non fu un grande problema perché in realtà Bolaji girò il film solo per 4 mesi e fu l’unico, insieme a H. R. Giger, ad avere la possibilità di rivedere le scene girate, per poter migliorare i movimenti e l’aspetto dell’alieno.
Bolaji raccontò nell’esclusiva intervista rilasciata nel ‘79 alla rivista Cinefantastique, che la creatura doveva essere graziosa e feroce al tempo stesso, con movimenti spesso lenti e ponderati, ma a volte molto bruschi. Scene che mettevano paura persino allo stesso cast. Come quella volta in cui l’alieno doveva attaccare Veronica Cartwright – la navigatrice Lambert:. Bolaji doveva dare un calcio a Yapeth Kotto – il capo-tecnico Parker – scaraventandolo contro un muro e scagliarsi contro di lui. Dopo averlo spinto via con la coda, si girò verso Veronica, con del sangue alla bocca. Lei era spaventata. Non stava recitando. Era davvero terrorizzata.
Intervista unica perché poco tempo dopo, così come apparve per puro caso, così Bolaji sparì nel più totale mistero. Di lui si dice che sia morto, mentre altri pensano che sia solo un modo per fare pubblicità. La stessa rivista Screen International, che riportò la sua morte, si è rifiutata di dare ulteriori delucidazioni.
Non ci rimane altro che andare a rivedere questo capolavoro di horror-fantascienza, ma stavolta con la consapevolezza che dietro quella “xenoforma” maschera c’è un uomo.