foto: Loren Javier cc
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Come funziona la selezione degli Academy Awards che, da un po' di tempo, tiene gli italiani lontani dalla statuetta più ambita del cinema.
Il film italiano selezionato per concorrere all'ultima edizione degli Oscar è stato Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani. Il film, girato nell'ala di massima sicurezza del carcere di Rebibbia con dei veri detenuti come attori, ha ottenuto l'Orso d'oro al Festival di Berlino e ha trionfato anche ai David di Donatello.
Tutto ciò, evidentemente, non è bastato e agli Academy Awards non ha avuto la stessa fortuna. La cinquina che ha ricevuto la nomination come miglior film straniero, infatti, è composta da Amour (Austria), A Royal Affair (Danimarca), Kon-tiki (Norvegia), No (Chile) e War Witch (Canada).
«Ormai basta una parola, un gesto, uno sguardo per intenderci. L'aspetto malinconico della questione è che dividiamo anche i soldi» I fratelli Taviani a Leiweb |
Ma come funziona? Quale percorso deve seguire un film italiano per poter arrivare alla statuetta di miglior film straniero?
L'Academy of Motion Pictures Arts and Sciences nomina un rappresentante che ha il compito di proporre un candidato all'Oscar per il proprio Paese. In Italia è l'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche Audiovisive e multimediali. Fondata nel 1944, fa parte anche dell' Ente David di Donatello.
L'Anica raccoglie le candidature dei film in lingua italiana usciti nelle sale durante l'anno e incarica una commissione di addetti ai lavori (produttori, registi, critici, sceneggiatori, eccetera) di selezionare un titolo da proporre all'Academy.
Negli States, avviene un'ulteriore scrematura tramite 300 giurati che esprimono il loro giudizio su 65 film, selezionandone cinque. A queste fortunate pellicole se ne aggiungono altre quattro ripescate per comporre la shortlist dei nove semifinalisti. Un'ennesima commissione, questa volta di 30 giurati, sceglie tra questi nove i cinque nominated che correranno per l'ambita statuetta.
Si capisce quanto sia fondamentale dare visibilità al film perché si distingua tra i numerosi concorrenti; attori e registi promuovono il loro film nei cinefestival californiani per mesi, i produttori fanno di tutto affinché i giurati vedano il loro film e cercano un distributore per fare in modo che la pellicola sia proiettata nelle sale americane. Cosa che, se fatta in tempo utile, oltre a dare visibilità, permette al film di essere in lizza anche per le altre categorie degli Academy Awards.
L'anno dell'ultimo Oscar italiano fu il 1999 con La vita è bella.
Si capisce quanto sia fondamentale dare visibilità al film perché si distingua tra i numerosi concorrenti; attori e registi promuovono il loro film nei cinefestival californiani per mesi, i produttori fanno di tutto affinché i giurati vedano il loro film e cercano un distributore per fare in modo che la pellicola sia proiettata nelle sale americane. Cosa che, se fatta in tempo utile, oltre a dare visibilità, permette al film di essere in lizza anche per le altre categorie degli Academy Awards.
L'anno dell'ultimo Oscar italiano fu il 1999 con La vita è bella.
L'ex numero uno della Miramax è innamorato del cinema italiano, è potente, sa come muoversi. Ai tempi, fu lui a orchestrare il circo mediatico e di public relation intorno a Roberto Benigni: spese 15 milioni di dollari in promozione (comprensivi del film), organizzò cene, coinvolse la lobby ebraica, fece andare il regista di ovunque, tanto che Newsweek, sarcastico, definì Benigni "l'italiano che direbbe qualsiasi cosa". A ogni buon conto, si portò a casa la statuetta.
(S. Barberini 2009)
Dopo l'exploit di Benigni, 14 edizioni fa, il cinema italiano è riuscito a portare un film in nomination solo nel 2006 (La bestia nel cuore di Comencini) mentre nel 2009 La sconosciuta di Tornatore entrò nella shortlist ma non ottenne la nomination. Non ci resta che sperare nella prossima volta.